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Russia – Stati Uniti – Iran: acrobazie nucleari

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Il Brasile ha accusato gli USA di due pesi e due misure, mentre la Turchia ha insistito giovedì, che, rigettare l’accordo con l’Iran, per il quale Tehran invierà metà delle sue riserve di uranio a basso arricchimento alla Turchia in cambio di uranio arricchito utilizzabile per la ricerca e per uso medico, sarebbe “irragionevole”: La Turcia, inoltre, ha aggiunto che una richiesta degli USA di nuove sanzioni a Tehran stava creando una situazione “paradossale”.

“Coloro che discutono di tale questione dovrebbero in primis eliminare le armi  nucleari dai loro paesi <http://ericwalberg.com/index.php?option=com_content&view=article&id=252> e spingere tutti a fare lo stesso”, ha dichiarato il primo Ministro turco Recep Erdogan, durante una conferenza delle Nazioni Unite a Rio de Janeiro.

Ora è il turno dell’Iran di accusare la Russia, mai così gentilmente, di aver due pesi e due misure.

Il portavoce del Parlamento Iraniano Ali Larijani, ha affermato sabato: “la Russia si è sempre adoperata perché quegli eventi, in particolari le questioni nucleari, fossero gestite in base ai suoi propri interessi”, ed ha aggiunto “ riguardo alla Russia, vi sono due fatti da prendere in considerazione, il primo è che sono i nostri vicini, il secondo è che sicuramente condivide degli interessi con l’Iran.”
Il Governo Iraniano è “sorpreso” che la Russia abbia firmato, su proposta degli USA, per un embargo ancora più restrittivo per punire la Repubblica Islamica del suo programma nucleare, ha comunicato lo scorso week end a Mosca l’Ambasciatore Speciale Mahmoud Reza Sajjadi ai giornalisti. Infatti, il “sensazionale” accordo last –minute dell’Iran su una proposta di Turchia e Brasile – praticamente identico a quello proposto sette mesi fa dagli USA all’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (IAEA)- aveva lo scopo di impedire proprio una tale eventualità.
Eppure allo stesso tempo il Senior Director per gli affari Russi dell’amministrazione Obama, Michael McFaul, ha tronfiamente annunciato lo scorso giovedì a Mosca ai giornalisti che l’appoggio a Mosca sulle sanzioni all’Iran era ancora in piedi. “ Noi crediamo che questo sia un successo concreto per reimpostare le relazioni con la Russia”, attribuendo il “successo” alla mossa di Obama di ripartire da zero con la Russia dopo i difficili rapporti sotto la presidenza di Bush.

Il ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki ha chiamato il suo omologo russo Sergei Lavrov, il quale gli ha dichiarato che la Russia era pronta a colloqui anticipati sul nucleare iraniano e a contribuire a risolvere la situazione di stallo con l’Occidente” in cerca di una “ possibile soluzione politica e diplomatica” e gli ha assicurato che “ la Russia sosterrà attivamente lo schema proposto da Brasile e Turchia”.

Allora a chi dobbiamo credere? Si tratta di un “da” o un “niet”? E’ di gran lunga più complesso di così. Entrambe le parti hanno le loro lamentele. I Russi si domandano per quale ragione l’Iran non abbia aderito alla proposta dell’IAEA lo scorso anno, evitando in tal modo le conseguenti politiche di rischio calcolato.

Quanto all’Iran, è scontento del ritardo sia nella realizzazione  delle centrali elettriche nucleari iraniane, sia nell’adempimento del suo contratto sul sistema antiaereo S-300, essenziale per la difesa iraniana contro un attacco Israelo-Statunitense.

La ragione di ciò è chiara: una forte pressione degli USA sulla Russia.  Ma ecco che, una volta accettate da parte della Russia le nuove sanzioni la scorsa settimana, gli USA hanno fatto sapere che non proibiranno la vendita del sistema antimissilistico S-300. Un’altra carota per la Russia è l’annuncio di Washington, in concomitanza con la visita a Mosca di McFaul, di revocare le sanzioni contro la Russia, sul commercio di armi e su tre società russe accusate di aiutare l’Iran nello sviluppo di armi nucleari.

Questo è il significato della battuta di Larijani sugli interessi personali della Russia. Ma resta il fatto che le società russe siano state penalizzate per la fornitura di tecnologia nucleare proprio all’Iran e per aver preso in considerazione di far ottenere all’Iran un sistema di difesa antiaerea ad alta tecnologia. Questi sono senza dubbio anche interessi personali dell’Iran.
Il Presidente Iraniano Mahmoud Ahmedinejad era chiaramente stufo quando ha messo in guardia Mosca dall’astenersi dal “creare una situazione che avrebbe potuto portare il popolo Iraniano a collocare la Russia tra le file dei suoi storici nemici”.

Ma, prima di tagliare ogni ponte, egli dovrebbe considerare che, anche se le sanzioni entrassero in vigore, un cenno di Washington e una strizzatina d’occhio alla vendita da parte della Russia del sistema S-300 e la revoca delle sanzioni contro le società russe di lavorare con l’Iran, sono in realtà una buona notizia, poiché indicano chiaramente come Washington non sia veramente interessata a bombardare l’Iran dopotutto.

“E’ irrazionale per la Russia non adempiere ai suoi obblighi,” ha detto con impazienza Sajjadi a Mosca. La Russia sta perdendo i suoi vantaggi politici ed economici” come anche la fiducia di altri compratori di armi. Il Ministro per l’Energia Sergei Shmatko gli ha assicurato che l’impianto nucleare di Bushehr sarà attivo quest’estate. La cooperazione nucleare con la Russia ha un “futuro radioso” e le società russe avranno la priorità se più reattori saranno in appalto a Bushehr, ha promesso Sajjadi. “Non ho lo stesso ottimismo per quanto riguarda la cooperazione militare”, ha affermato laconicamente, poiché la questione del ritardo dei sistemi S-300 “ ha influito negativamente” sulla pubblica opinione iraniana. L’Iran sarà “più cauto” nell’effettuare accordi sulle armi con la Russia, secondo l’ambasciatore.

Ma se l’accodo Brasile-Turchia-Iran è regolare, la Russia lo sosterrà e procederà alla vendita del sistema S-300, anche se le sanzioni andranno Avanti. Questa è la carota della Russia all’Iran, come sostenuto da Lavrov. Si, in tutto questo la Russia sta cercando di fare i suoi propri interessi, ma la linea di fondo riguardo all’Iran è che Mosca mai accetterà un attacco Israelo-Statunitense. E, grazie alla Russia http://ericwalberg.com/index.php?option=com_content&view=article&id=255 questo non è più nei piani di Washington. In ogni caso, le sanzioni – che sono state in ogni caso  archiviate in quanto inutili dal Segretario di Stato Colin Power – verrebbero meno se il piano B-T-I verrà attuato.

Non c’è dubbio su ciò che Lavrov ha detto a Mottaki, che lunedì era anche in grado di prendere in in giro gli USA:”Dobbiamo dargli un po’ di tempo per riprendersi dallo shock iniziale”, ed ha espresso speranza che il Gruppo di Vienna – USA, Francia, Russia  e la IAEA – giungessero a una decisione “razionale sul programma nucleare civile iraniano”.

Richard Falk afferma che lo scopo di “ questo tentativo rimpiazzare e vanificare l’accordo iraniano” è bandire gli intrusi Brasiliani e Turchi dal campo di gioco geopolitico. Egli punta il dito in primis agli USA ma la prevaricazione da parte della Russia fa sembrare che protegga il suo ruolo come uno dei grossi calibri.

La vera prova delle sue intenzioni sarà se riuscirà a bilanciare il suo desiderio di placare Washington senza mettere in pericolo la svolta B-T-I, che Falks chiama “un nuovo paesaggio geopolitico http://ericwalberg.com/index.php?option=com_content&view=article&id=251 in cui i paesi del Sud del mondo stanno cominciando a comportarsi come soggetti, non più disposti ad essere meri oggetti nello scenario disposto nel Nord”.

La situazione di stallo USA-Iran è infatti la prova di reale conflitto – tra impero e sovranità nazionale. Così è anche la situazione di stallo USA- Russia riguardo l’espansione della NATO e basi alle sue frontiere. Ma la lotta contro “il nuovo ordine mondiale” di Washington è ancora una pazza danza di morte, in primo luogo, tra gli USA e la Russia, pieno di scivoloni, e ci tiene col fiato sospeso.

Ciò che conta è portare la danza macabra a un finale pacifico e passare a quello che Falk preannuncia come un “vero nuovo ordine mondiale”.

(traduzione di Laura Loriedo)

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